La Bialetti è un noto marchio italiano che produce caffettiere da decenni. Il suo nome è noto in tutto il mondo e il suo omino dai grossi baffi è uno dei marchi più conosciuti al mondo. Siamo un po’ tutti legati al caffè e la passione che affligge gli italiani, seconda solo al pallone.
Sapere certo che anche la Bialetti abbia chiuso il suo storico stabilimento, dove Alfonso Bialetti, costruì per la prima volta la moka, così come la conosciamo oggi, per spostarsi nell’Est Europa, per diminuire i costi è un tuffo al cuore e un’ulteriore prova della crisi italiana, ma non è questa la sede adatta per parlare di tutto questo. Siamo qui invece per parlare della splendida Bialetti Moka Induction. C’è da dire che sempre più persone oggi utilizzano siti come questi per argomentarsi riguardo un loro futuro acquisto oppure un acquisto già effettuato.
Allora perché non leggono le istruzioni tanto quanto un articolo su internet?
La risposta sarebbe lunga e implicherebbe conoscenze sociali che a noi onestamente non interessano e richiederebbero un sito a parte. Ciò che ci interessa invece è spiegare come sia possibile che una moka, che a prima vista può sembrare una normalissima caffettiera, riesca a “sfornare” dei caffè buoni e cremosi proprio come quelli dei bar. Ecco se si leggessero le istruzioni magari lo si saprebbe comunque, ma siccome so che molti di voi preferiscono leggere i nostri articoli, piuttosto che un freddo libretto di istruzioni, vi faciliterò il compito.
Innanzitutto per preparare un caffè buono come quello del bar la prima cosa da fare è riempire il serbatoio dell’acqua con una precisa quantità di acqua. Come fare direte voi? Semplice, nel raccoglitore del caffè c’è una piccola tacca metallica con la dicitura H2O. Bisogna riempire il raccoglitore di acqua fino a raggiungere questa tacca e poi versarlo all’interno del serbatoio. Se ti sembra poca non preoccuparti, è la quantità giusta. Andiamo avanti.
Ora bisogna introdurre il caffè
Non pressarlo nella maniera più assoluta, nelle caffettiere il caffè non va mai pressato, pena una difficoltà maggiore per l’acqua di attraversarlo e un caffè non proprio di prima qualità. Quando la si pone sul fuoco bisogna “cuocerla a fuoco lento”. La fiamma deve essere bassa, l’acqua non deve bollire, ma arrivare al punto prima dell’ebollizione. Quando la giusta quantità di caffè è stata erogata si sentirà un TAC. È il segnale che bisogna spegnere il fuoco e togliere subito la caffettiera da sopra la fiamma.
Questa moka, a differenza di altre caffettiere della Bialetti quindi, non ha uno Stop automatico dell’erogazione, che ci consentirebbe anche di accendere il fuoco e fare altro, ma bisogna stare attenti e rimuoverla dopo il segnale, pena un caffè bruciacchiato e abbastanza imbevibile. Tutto sommato se si seguono queste semplici regole la Bialetti Moka Induction sa dare le sue soddisfazioni. Non sarà la moka migliore della Bialetti, ma il prezzo abbastanza contenuto e una qualità del caffè ottima, dopo il solito periodo di rodaggio, la fanno entrare di diritto tra le migliori caffettiere in circolazione.